15/12/2022
Il 25 novembre, in occasione della ricorrenza della Giornata internazionale per l'eliminazione
della violenza contro le donne, come Coordinamento Politiche di Genere FNP Cisl Interregionale
Abruzzo Molise abbiamo organizzato incontri, eventi e convegni per parlare del triste fenomeno che
sembra addirittura in crescita. L’abbiamo fatto quest’anno e anche negli anni scorsi e, a volte, ci è
sembrato di ripeterci in continuo, sempre allo stesso modo, scoraggiante e insuperabile.
Le notizie di cronaca ci ribadiscono la necessità di protezione delle vittime; di pari passo dobbiamo
batterci per implementare la formazione di modalità e percorsi per recuperare alla società l’autore di
violenza, il “maltrattante” che non è un essere malvagio e sconosciuto, ma vive fra noi e può essere
il vicino o anche la vicina della porta accanto.
Di fatto la violenza di genere è un fenomeno trasversale che interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenze di età, religione o etnia.
Prendiamo in considerazione la violenza nelle relazioni affettive, nelle relazioni intime. La violenza
consiste nei comportamenti messi in atto da una persona nei confronti di un’altra con cui ha un legame affettivo; comportamenti che possono sfociare nella violenza fisica (quasi sempre nell’uomo) o sottilmente psicologici (agito dalle donne) meno apparenti. Relazioni in cui c’è una forte asimmetria ma anche complementarietà che in diversi modi diventa violenta.
Sono nati centri di servizi rivolti all’uomo che sta riflettendo sui propri comportamenti violenti, che
ha difficoltà a gestire la rabbia e che chiede aiuto e un sostegno per imparare a riconoscere gli impulsi violenti, cessarli e apprendere modalità comportamentali non violente.
In questi centri si mettono a fuoco i temi della mascolinità e del cambiamento maschile, cercando di
smontare gli stereotipi di genere che risultano estremamente radicati nei giovani maschi (vedi il bullismo nelle scuole) e si lavora su percorsi di paternità attiva.
I programmi possono adottare uno o più approcci teorici e metodologici:
APPROCCIO:
• CULTURALE con responsabilizzazione alla luce dei modelli di genere appresi;
• CRIMINOLOGICO con responsabilizzazione alla luce delle condotte disciplinate dalla legge;
• CLINICO (PSICOLOGICO) responsabilizzazione rispetto a sé e agli altri (cura).
METODO:
• EDUCATIVO con apprendimento di concetti e categorie di lettura della propria e altrui
esperienza;
• TERAPEUTICO con lavoro individuale o in gruppo focalizzato su emozioni, percezione di sé e
del mondo e volto a produrre un cambiamento nelle diverse sfere della vita;
• COUNSELING con lavoro realizzato anche con strumenti clinici, generalmente in gruppo.
Il primo passo consiste nella presa di coscienza e di coraggio di chi subisce i
maltrattamenti per chiedere aiuto.
Si può farlo chiamando 1522 della Rete Nazionale antiviolenza; numero gratuito, attivo tutti i giorni
24 ore su 24. Oppure in chat, utilizzando quest’ultima scaricando la App 1522.
Rispondono operatrici/operatori che accolgono le richieste di aiuto e sostegno anche in lingue
straniere, con assoluta garanzia di anonimato. È l’inizio di un percorso per fuoriuscire dalla violenza.
Nel 2021 si è constatato un progressivo aumento dei contatti al 1522; a chiamare sono state
prevalentemente donne (88,82%), di ogni età, nazionalità, istruzione, estrazione sociale o
appartenenza culturale. Tra le forme di violenza maggiormente riferite emergono principalmente la
violenza fisica (47,2%) e la violenza psicologica (34,27%), seguite da altre forme di violenza subite
anche simultaneamente: sessuale, minacce, violenza economica, molestie sessuali e mobbing sul
lavoro.
LE VIOLENZE SONO AGITE PER IL 70% DA PARTNER o ex partner.
La Divisione anticrimine della questura di Milano, nel 2018, ha sottoscritto con il Centro italiano
per la promozione e la mediazione (Cipm), il Protocollo Zeus, un’intesa in materia di atti
persecutori e maltrattamenti che ha lo scopo di intercettare le condotte a rischio.
Sono 54 le Questure (47% rispetto a tutti gli uffici presenti sul territorio nazionale), che hanno
firmato dei Protocolli oppure hanno avviato interlocuzioni per l’invio e la presa in carico delle
persone ammonite da parte dei centri specialistici.
Il nome del progetto evoca il “primo maltrattante (noto) della mitologia”, la cui modalità di dominio
e verticalismo nelle relazioni costituisce un monito da cogliere: perché gli Zeus in erba non si
trasformino in despoti è necessario troncare sul nascere il loro agire inadeguato e violento.
Il trattamento è volto al miglioramento della gestione delle emozioni, nella convinzione che
intervenire all’inizio della spirale della violenza è determinante per prevenire la degenerazione dei
primi atti, affinché colui che li ha commessi possa “fermarsi prima”.
Il protocollo prevede una sinergia particolare tra operatori della questura e del Cipm coinvolti
nell’intervento di prevenzione.
L’ammonimento del Questore.
Ricorrere all’ammonimento è molto semplice. La vittima deve esporre i fatti a qualsiasi ufficio di Polizia o Carabinieri e avanzare richiesta al Questore di ammonimento nei confronti dell’autore delle condotte persecutorie o della violenza domestica.
Il Questore, verificato i fatti, adotterà il provvedimento e, ammonita la persona, la “invita
formalmente” a prendere contatto con gli operatori del Cipm per accedere ad un percorso – gratuito
– di riflessione sulle sue condotte moleste, per esempio sulla difficoltà nel controllo della rabbia.
Altri simili accordi, sul modello del Protocollo Zeus, sono stati sottoscritti da altre questure, per
esempio, con il Cam, Centro di ascolto maltrattanti, Onlus che, tra le altre cose, fornisce anche
consulenza telefonica gratuita, riservata e confidenziale, per dare agli uomini informazioni e
riferimenti per aiutarli a fare qualcosa per fermare il loro comportamento violento.
Molti altri i centri che offrono gratuitamente percorsi terapeutici per aiutare gli autori dei
maltrattamenti ad acquisire la consapevolezza di tenere condotte violente e a gestire i propri impulsi.
La sottoscrizione di questi Protocolli non rappresenta una semplice dichiarazione di intenti, ma
prevede anche la formazione specifica per il personale delle Divisioni Anticrimine.
Il Progetto Europeo ENABLE è una estensione del protocollo Zeus, che vede la diretta
partecipazione della Divisione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e, a livello locale, di 11
Questure – Bari, Cagliari, Genova, Milano, Prato, Piacenza, Roma, Verona, Vicenza, coinvolte sin
dall’inizio, cui si sono aggiunte, a fine 2021, Reggio Emilia e Savona – che collaborano con i partner
dei Centri CIPM/Associazione ARES, dell’Università Cattolica – CRIdee.
Nel periodo del lockdown durante l’emergenza COVID-19 è stata implementata l’App della Polizia
di Stato YouPol, attraverso la quale i cittadini possono contattare, anche in modo anonimo, le Sale
Operative delle Questure per segnalare situazioni critiche di violenza domestica, bullismo, droga e
altri reati.
Ma in caso di pericolo imminente chiamare il Numero di Emergenza Unico Europeo 112 e/o 113, numero sempre attivo 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno.
Sarà lungo e difficile il percorso di attuazione di misure di prevenzione e di nuove possibili strategie
per prevenire il ripetersi di reati, in primis il femminicidio, il fenomeno di donne uccise in quanto
donne, o perché non sono le donne che la società vorrebbe che fossero (secondo la definizione della convenzione di Istambul).
Non abbassiamo mai la guardia, noi donne del Coordinamento P. di G. Fnp Cisl, e continuiamo a
cercare di incidere con il nostro esempio e operato sulla società promuovendo il rispetto fra esseri
umani liberi di scegliere un futuro in cui le differenze di qualsiasi tipo, etniche, di genere, sociali,
economiche saranno considerate una ricchezza inesauribile e siano il fondamento di un tempo
pacificato, libero dalle barriere dell’odio, della superstizione e della superiorità dell’uno sull’altro.
Soltanto la percezione e l’assunzione di questi concetti ci permetterà di costruire l’essere umano del
futuro.
La Coordinatrice
Maria Luisa Tricca
Segnaliamo inoltre il seguente link https://www.lelefantescs.it/elefante-bianco.html Il servizio è rivolto all’uomo che sta riflettendo sui propri comportamenti violenti, che ha difficoltà a gestire la rabbia, o problematiche relazionali e/o genitoriali e chiede un aiuto e un sostegno per imparare a riconoscere gli agiti violenti, cessarli e apprendere modalità comportamentali non violente.