Covid-19, la risposta immunologica post vaccinazione in Italia. Uno studio dell’ISS.

Covid-19, la risposta immunologica post vaccinazione in Italia. Uno studio dell’ISS.

01/04/2021



Lo studio permetterà di monitorare la risposta anticorpale indotta dalla vaccinazione nonché la sua durata

Monitorare la risposta immunitaria nella popolazione: questo l’obiettivo di due studi dell’ISS. Il primo, in collaborazione con la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), è dedicato agli anziani residenti nelle RSA, il secondo è rivolto a una popolazione più ampia, composta da circa 2.000 persone.

Lo studio

Per studiare la risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione, sia quella di tipo ‘umorale’, cioè mediata da molecole che circolano nell’organismo come gli anticorpi, che quella di tipo cellulare, l’Istituto Superiore di Sanità ha avviato uno studio su adulti sani e anziani fragili vaccinati con diverse tipologie di vaccino anti-COVID-19. Lo studio permetterà di monitorare la risposta anticorpale indotta dalla vaccinazione nonché la sua durata.Ad un anno dalla vaccinazione sarà inoltre misurata la risposta cellulo-mediata.  I dati raccolti forniranno informazioni sulla quantità e la qualità della risposta immunitaria indotta dai diversi vaccini in adulti e anziani fragili e, in via preliminare, sull’efficacia nel proteggere dall’infezione e/o dalla malattia.

GEROVAX - uno studio dell’istituto superiore di sanità sugli anziani nelle RSA

GeroVAX è lo studio per valutare efficacia, sicurezza e durata delle vaccinazioni anti-Covid-19 nel contesto delle RSA, sugli anziani più fragili nei quali la risposta immunitaria potrebbe essere alterata o inferiore. 

L’indagine ha l’obiettivo di coinvolgere 5.000 residenti in 90 RSA di 10 Regioni italiane, parte della rete del progetto GeroCovid RSA promosso dalla SIGG nel quadro di un più ampio studio multicentrico osservazionale, unico in Europa, nato nel marzo scorso per raccogliere dati sulla situazione reale degli anziani più esposti alla minaccia Covid.

A oggi sono già stati arruolati oltre 2500 anziani nelle strutture di Veneto, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Per lo studio saranno registrate le eventuali reazioni avverse al vaccino nei primi 7 giorni dalla somministrazione e ne sarà soprattutto valutata l’efficacia, raccogliendo a 6 e 12 mesi di distanza dalla prima dose il numero di eventuali nuovi casi di Covid-19, gli accessi in Pronto Soccorso, i ricoveri ospedalieri e la mortalità.

Il campione per lo studio

Su un campione di 779 anziani, sarà valutata la produzione di anticorpi prima del vaccino e a distanza di 2, 6 e 12 mesi dalla prima dose. In 40 pazienti sarà misurata anche la risposta immunitaria cellulo-mediata a 12 mesi dal vaccino. In questo modo sarà possibile stimare la durata della protezione vaccinale negli anziani più vulnerabili. Non esistono a oggi dati sull’efficacia clinica e la durata della protezione vaccinale nei residenti di queste strutture, una particolare popolazione in cui la risposta immunitaria al vaccino potrebbe essere alterata dall’elevata fragilità clinica”. 

La buona notizia: nelle RSA primi effetti del vaccino, in calo incidenza e decessi

Nelle strutture residenziali si iniziano a vedere i primi effetti delle vaccinazioni anti Covid-19, con un calo sia dell’incidenza della malattia fra i residenti e gli operatori, sia nel numero di residenti isolati, sia, anche se in misura ancora minore, nei decessi. Lo dimostra la seconda edizione del report di sorveglianza sulle strutture realizzato dall’Iss in collaborazione con il Ministero della Salute, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e l’ARS Toscana.

Sono 833 le strutture residenziali RSA che hanno partecipato alla sorveglianza, per un totale di 30.617 posti letto disponibili dal 5 ottobre 2020 al 14 marzo 2021. Di queste, 345 erano strutture residenziali per anziani non autosufficienti, per un totale di 15.398 posti letto.

Tra i dati principali emersi dall’indagine, si può notare l’evoluzione e l’incidenza che la somministrazione del vaccino ha avuto sulla mortalità nelle RSA.

L’incidenza settimanale di COVID-19 nelle strutture residenziali è aumentata marcatamente nei mesi di ottobre e novembre, in corrispondenza della seconda ondata epidemica, e nel mese di novembre 2020 ha raggiunto un picco del 3,2% nelle strutture residenziali per anziani e del 3,1% in tutte le strutture residenziali, in linea con quanto osservato nella popolazione generale. L’incidenza si riduce invece dopo l’inizio della campagna vaccinale: nell’ultima settimana di febbraio e nelle prime settimane di marzo si raggiungono valori sovrapponibili o inferiori a quelli registrati nella prima settimana di ottobre (0,6% nelle strutture residenziali per anziani e del 0,5% in tutte le strutture residenziali nella settimana dall’8 marzo al 14 marzo 2021). Questo dato è in controtendenza rispetto all’andamento dell’epidemia nella popolazione generale che ha mostrato una recrudescenza nelle ultime settimane di febbraio e inizio marzo.