Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

21/11/2023



Le riflessioni della coordinatrice politiche di genere Maria Luisa Tricca

La violenza, parte oscura dell’esistenza umana, è complessa ed è difficile individuare come la naturale aggressività umana si incanali in un impulso distruttivo.
I tanti aspetti che presenta sono drammatici e inquietanti ed essa è sempre più presente anche nei luoghi dove non ci aspetteremo di incontrarla, dove è agita per mano di persone assolutamente insospettabili per la loro posizione sociale e culturale. Quel che ci disorienta ancora di più sono le argomentazioni quasi quotidiane delle cronache giudiziarie che riportano episodi violenti sempre più efferati, sempre più assurdi e gratuiti compiuti da persone cosiddette “normali”.
Ciò modifica i parametri ai quali eravamo soliti riferirci per riconoscere i violenti dai non violenti. Certamente la violenza non ha una forma fisica, biologica immediatamente individuabile, e, a dispetto delle strumentalizzazioni e delle divisioni culturali, tutte le persone sono uguali, anche nei particolari. Tutte hanno gli stessi sentimenti che fanno gioire e soffrire, che fanno ridere e piangere, tutti appartengono alla stessa specie biologica umana. Tutti soffrono allo stesso modo per un’ingiustizia, per un maltrattamento, per un abuso subito, a prescindere da quale diversa regione del globo terrestre da cui provengono. I contatti, sempre più frequenti con la tecnologia mediatica con persone diverse, che sono però assolutamente simili a noi, ci rivelano che non ha più senso il pregiudizio culturale che ci ha impedito di riconoscere nello straniero l’uomo. Così uomini di culture diverse reagiscono per lo stesso avvenimento con segni di condivisione e di solidarietà e, ogni volta che questo accade, si manifesta una comunità che agisce come un nuovo attore sociale della nostra epoca che non si riconosce nei due gruppi opposti belligeranti tra loro, ma, anziché cercare cosa li distingue, cerca ciò che li unisce.
Oggi la violenza, che imperversa sempre di più e che distrugge tutto ciò che incontra, rappresenta il disequilibrio tra le norme culturali e quelle naturali, disequilibrio che deve essere assolutamente superato recuperando il senso umanitario che accomuna gli uomini.
Quotidianamente veniamo a conoscenza di innumerevoli forme di violenza: violenza collettiva nelle guerre in cui periscono anche civili, violenza individuale contro persone in forma di sequestri e abusi sessuali, uccisioni di donne per motivi personali o per le cosiddette applicazioni di regole divine (uccisioni per lapidazione), violenze su gruppi di persone che presentano diversità non accettate, violenze e maltrattamenti su anziani e tante altre forme ancora la cui molteplicità diventa difficile da riportare, considerando che si esprimono in ambito familiare, sociale, politico, religioso. Ma chi è l’autore della violenza?
Nell’uomo la violenza è la forma espressiva di invidia, gelosia, paura, odio, vendetta, senso di appartenenza ed è la modalità con cui un bisogno di difesa si trasforma in offesa, offesa che procura anche gratificazione e piacere. La giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata istituita dall’Onu nel 1999, in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana. In questa data l’Onu invita i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica su una delle più devastanti violazioni dei diritti umani. Per quanto riguarda le diverse forme di violenza, circa il 90% delle donne hanno subito violenze di carattere psicologico, il 70% violenza fisica, il 50% violenza economica, il 25% ha subito aggressioni o molestie sessuali fino allo stupro. Ad oggi, nel 2023, in Italia i femminicidi, cioè uccisioni delle donne da parte degli uomini per il fatto di essere donne, ammontano a 100; in alcune nazioni europee i dati sono ben peggiori.
I numeri parlano chiaro: è necessario tenere alta la guardia e coltivare l’educazione al rispetto per ogni essere umano, senza derive culturali, per riuscire ad approdare ad un futuro in cui l’apertura e la creazione di valori siano il fondamento di un tempo pacificato, libero dalle barriere della superiorità dell’uno sull’altro, per giungere a costruire l’essere umano del futuro.

Maria Luisa Tricca

Coordinatrice politiche di genere Fnp Cisl Abruzzo Molise